Disfunzione erettile

Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è definita come la costante incapacità a raggiungere e/o a mantenere un’erezione adeguata che consenta di portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente.

Le cause di questo problema possono essere molteplici e dipendere da diversi fattori: organici, psicologici, relazionali o riguardanti la propria storia personale. Molto spesso la genesi della disfunzione erettile è multifattoriale, ovvero dipende dalla combinazione di uno o più di questi elementi.

Dal punto di vista medico il deficit erettile può essere il campanello d’allarme di varie patologie come ad esempio le problematiche vascolari, dismetaboliche e neurologiche. Proprio per questo è importante formulare una corretta diagnosi rivolgendosi a un medico (o meglio ancora a un andrologo) per poter escludere o eventualmente trattare in modo adeguato il problema.

Lo psicoterapeuta/ sessuologo ha il compito, invece, di valutare e intervenire sugli aspetti psicologici e relazionali che possono aver contribuito a generare e/o a mantenere il problema vivo nel tempo. Ansia da prestazione, stress cronico, depressione, conflittualità di coppia, false credenze, esperienze negative passate, sono solo alcuni degli aspetti che possono influire negativamente sulla vita intima delle persone. A risentirne, però, non sono solamente il fisico e la psiche ma anche la dimensione sociale, di coppia e, più in generale, la qualità di vita.

“Ogni giorno, più volte al giorno, mi capita di pensare al mio problema; è diventato un pensiero fisso, non riesco più a concentrarmi nel mio lavoro. Non mi sento più uomo, non mi sento più a mio agio. È come se avessi perso la mia virilità”

Capita spesso, infatti, che gli uomini con queste difficoltà percepiscano una forte ansia (o preoccupazione) anticipatoria definita ansia da prestazione che può presentarsi anche al solo pensiero di voler iniziare un rapporto intimo. Questa può diventare, nel tempo, la principale causa di evitamento dei rapporti intimi e, talvolta, della comparsa di problematiche sessuali secondarie come ad esempio l’eiaculazione precoce o il calo del desiderio.

“Anche quando siamo sereni e tranquilli questo problema mi tormenta. Il solo pensiero di iniziare a fare l’amore mi mette ansia e mi fa passare qualsiasi fantasia. Ormai non prendo più l’iniziativa; quando lo fa lei, il primo pensiero che mi viene in mente è “sono certo che andrà male anche stavolta”  

È molto frequente che il deficit dell’erezione abbia delle ricadute significative non solo sull’autostima degli uomini ma anche su quella del/della partner: “Non gli piaccio più? Non sono abbastanza attraente? Non mi ama più? Mi nasconde qualcosa?” Di fronte alle difficoltà di erezione dell’uomo la controparte mette spesso in discussione la propria sensualità e seduttività fino ad arrivare a pensare di non essere più interessanti ai suoi occhi o di essere addirittura la causa del problema. 

Le ricadute sulla relazione di coppia possono essere molteplici; tra le più comuni emerge la tendenza a focalizzare i rapporti intimi sulla performance con insoddisfazione di entrambi e perdita totale della complicità.

Il deficit dell’erezione è un problema frequente ma risolvibile. Una corretta e precisa anamnesi è di fondamentale importanza per poterlo affrontare nel modo corretto individuando la terapia più opportuna a quella persona e/o alla coppia. 

Orgasmo femminile

Orgasmo femminile

“Cosa prova una donna quando sperimenta un orgasmo?” “Che sensazioni ha?” “Come fa a riconoscerlo?”

Si tende spesso a parlare dell’orgasmo volgendo l’attenzione agli aspetti fisici della questione: capire cosa accade al nostro corpo è importante ma non basta.

Dal punto di vista fisiologico l’orgasmo femminile è definito come un riflesso che si genera principalmente dalla stimolazione dei nervi sensoriali localizzati nel clitoride, ma anche tramite impulsi provenienti da altre aree, tra cui l’accesso vaginale e i capezzoli. Tale riflesso può essere accompagnato da contrazioni ritmiche dell’utero, della vagina e dello sfintere rettale, da ipertonia muscolare generalizzata, da contrazioni dei muscoli addominali e dei glutei.

Questo è ciò che, solitamente, accade al corpo di una donna nel suo momento di “massimo piacere”; tuttavia non basta per far sì che essa dica “ho avuto un orgasmo”.

Le emozioni, il coinvolgimento mentale, il grado di eccitazione e il senso di abbandono sono solo alcuni degli aspetti che, insieme alla cascata di reazioni fisiche elencate qui sopra, permettono a una donna di sperimentare un orgasmo.

L’orgasmo è un’esperienza unica di coinvolgimento sia fisico che mentale e ogni donna che l’ha sperimentato è in grado di riconoscerlo.

Sin dai primi rapporti ho avuto difficoltà a lasciarmi andare ma in due occasioni ci sono riuscita. È stata un’esperienza unica, mi sembrava di “scoppiare” dal piacere. Non credevo che il sesso potesse essere così appagante. Poi però non sono più riuscita a provare sensazioni simili.

Con il termine “anorgasmia” o assenza dellorgasmo femminile ci si riferisce a un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo nonostante la fase di eccitazione sessuale sia conservata.

La qualità e la quantità di stimolazione necessaria per favorirlo varia notevolmente da donna a donna ma anche nella stessa donna in circostanze diverse. 

Chi soffre di disfunzione orgasmica riferisce, spesso, di provare piacere durante i preliminari e la penetrazione ma questi non sono sufficienti a far scattare il riflesso.

Tra me e mio marito c’è un’ottima intesa sessuale. Quando facciamo l’amore è tutto così bello ed eccitante: ho desiderio, provo piacere ma arrivata a un certo punto non riesco ad andare oltre. È come se fossi bloccata e per quanto ci abbia provato non riesco a fare quel passo in più di cui avrei bisogno. 

Alle donne con questa difficoltà capita spesso di sentirsi incomplete e non del tutto appagate. L’altra metà della coppia, col tempo, può sperimentare un senso di frustrazione, fallimento e inadeguatezza considerandosi responsabile dell’incapacità di soddisfare la partner.

Anche se finora una donna non ha mai sperimentato un orgasmo non vuol necessariamente dire che non lo proverà mai.

Sarebbe importante, innanzitutto, fare luce sulle possibili ragioni alla base del problema. Le cause, infatti, potrebbero essere diverse e afferire alla dimensione medica, psicologica e/o relazionale. La presenza di uno o più fattori riguardanti queste tre aree permetteranno al professionista di avere un quadro più chiaro e completo.

Come per tutte le alte problematiche che coinvolgono la sfera sessuale, anche in questo caso è di fondamentale importanza il parere del ginecologo per poter individuare, ed eventualmente trattare, i fattori di natura medica. 

Lo specialista in sessuologia si dedicherà, invece, ad analizzare tutti quegli aspetti riguardanti la sfera psicologica, relazionale e comportamentale che possono aver scatenato il problema o averlo mantenuto vivo nel tempo. 

Un percorso personalizzato e ritagliato su misura per quella donna e/o quella coppia potrà essere fondamentale per portare alla luce quegli aspetti che per diverso tempo erano rimasti senza risposta.

Dolore sessuale maschile

Dolore sessuale maschile

Il dolore genitale maschile non è una condizione normale; è importante non trascurarlo e, quando presente, dev’essere affrontato tempestivamente.

In sessuologia, quando il dolore è associato ai rapporti intimi, si parla di dispareunia ovvero di un dolore che si presenta durante o in seguito a un rapporto sessuale.

Tuttavia i dolori possono comparire anche in altre situazioni come ad esempio durante la minzione, l’eiaculazione, lo svolgimento di attività o sforzi fisici o, più in generale, nel corso della giornata. 

“Quando io e la mia compagna facciamo l’amore mi capita di sentire uno strano dolore durante l’eiaculazione. Una volta accadeva raramente ma nell’ultimo periodo è sempre più frequente. A volte faccio di tutto per evitare i rapporti per la paura di provare dolore”

Le variabili da considerare sono molte, come ad esempio la sede e la tipologia del dolore, l’intensità, la frequenza e la presenza di altre manifestazioni o sintomi che lo accompagnano come ad esempio la disfunzione erettile, i problemi di eiaculazione, le eruzioni cutanee, il gonfiore, le lesioni, i pruriti, i bruciori, le secrezioni particolari, ecc..

Tutti gli elementi sopra descritti dovranno essere valutati in modo attento e scrupoloso da un medico specialista che a fronte di una diagnosi potrà agire in modo mirato e tempestivo. Rivolgetevi quindi a un urologo o andrologo quanto prima evitando di rimandare il problema nella speranza che si risolva da se.

Nonostante nella maggior parte dei casi il dolore sessuale maschile sia dovuto a una condizione medica, talvolta può capitare che esso sia il sintomo di un malessere psicologico persistente e/o la conseguenza di una condizione organica (in corso o già risolta).

“Per diversi mesi ho sofferto di infezioni uro-genitali recidivanti che avevano compromesso seriamente la mia vita intima. Nonostante adesso sia tutto risolto, i rapporti sessuali con mia moglie non sono più spontanei come un tempo, a volte ho la sensazione che i fastidi possano tornare da un momento all’altro ed è come se mi sentissi bloccato”.

L’aver vissuto una situazione sessuale dolorosa o difficile può aver favorito l’instaurarsi di ansia, preoccupazione, meccanicismi disfunzionali e pensieri intrusivi che possono rendere difficili i rapporti intimi anche dopo che il problema è stato risolto.

In questi casi potrà essere utile rivolgersi a uno specialista in sessuologia che valuterà tutti quegli elementi che hanno contribuito a mantenere il problema vivo nel tempo.

È fondamentale ricordare che l’intervento psico-sessuologico potrà essere efficace quando ogni causa organica sarà stata chiarita, ovvero quando sarà stata individuata, trattata, risolta o esclusa in seguito al parere del medico.

Dolore sessuale femminile

Dolore sessuale femminile

Il dolore sessuale è una esperienza, purtroppo, alquanto comune nella vita di molte donne che le porta ad allontanarsi progressivamente dall’esperienza sessuale con un’importante ricaduta sulla qualità di vita sia loro che della coppia.

I clinici utilizzano, oggi, la denominazione disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione per definire ciò che fino al 2013 appariva sotto i termini di vaginismo e dispareunia.

Questo disturbo è caratterizzato da uno o più delle seguenti difficoltà che si presentano in modo ricorrente:

  • Penetrazione vaginale dolorosa durante il rapporto sessuale. Questa difficoltà può presentarsi anche in altre situazioni che prevedano penetrazione, come ad esempio visite ginecologiche o utilizzo dell’assorbente interno
  • Marcato dolore pelvico o vulvo-vaginale durante il rapporto o i tentativi di penetrazione vaginale. In alcuni casi il dolore può perdurare anche dopo la fine del rapporto o essere presente durante la minzione.
  • Paura e ansia per la penetrazione o il dolore pelvico o vulvo-vaginale prima, durante o in seguito a penetrazione. Questa paura è molto diffusa tra le donne che hanno provato regolarmente dolore durante il rapporto e in alcuni casi può portare a un marcato evitamento di situazioni sessuali o intime.
  • Tensione, contrazione e conseguente indurimento dei muscoli del pavimento pelvico durante i tentativi di penetrazione vaginale.

Nel caso in cui si presentino questi sintomi è fondamentale, innanzitutto, rivolgersi al ginecologo per poter definire una diagnosi e intervenire in modo efficace sui diversi aspetti che hanno generato e mantenuto il problema vivo nel tempo.  

Non dobbiamo dimenticare, però, che esistono fattori di carattere psicologico e relazionale che possono aver contribuito a generare e/o a mantenere questo problema vivo nel tempo. I problemi sessuali del o con il partner, le difficoltà relazionali, i fattori stressanti (lutti, difficoltà lavorative, ecc.), le esperienze passate, l’ansia o la depressione e gli aspetti culturali o religiosi (che possono aver influenzato convinzioni e atteggiamenti rispetto alla sessualità) sono solo alcuni degli aspetti che si riscontrano nei vissuti delle donne che chiedono aiuto.

A prescindere dalla causa, il dolore genito-pelvico crea spesso notevoli difficoltà sia alle donne che ai partner, influenzando negativamente la qualità di vita e la salute sessuale di entrambi.

Molte donne riferiscono di provare un senso di frustrazione e inadeguatezza, di sentirsi incomprese, stanche, impotenti, diverse dalle altre e stremate dalla continua ricerca di una cura per il loro dolore che molti non capiscono o tendono a minimizzare.

Spesso tutto questo può compromettere in modo significativo anche la percezione della propria femminilità nella persona che ne soffre.

A volte (anche se al giorno d’oggi accade più raramente che in passato) sono le stesse donne ad avere timore o vergogna all’idea di chiedere aiuto perché pensano che provare dolore durante i rapporti possa essere normale e parte integrante dell’essere “donna”.

Cosa fare, dunque, nel caso in cui stiate vivendo una situazione simile? 

Il primo passo importante è quello di rivolgersi a uno specialista in ginecologia che potrà valutare e trattare il problema dal punto di vista medico. 

Gli aspetti comportamentali, emotivi, relazionali, cognitivi e interpersonali verranno, invece, affrontati con lo specialista in sessuologia che potrà valutare in che misura questi elementi hanno contribuito a scatenare e/o a mantenere il problema vivo nel tempo così da poter tracciare il percorso più idoneo a quella donna e/o coppia.

Detraibilità spese per prestazioni psicologiche e psicoterapeutiche

Detraibilità spese per prestazioni psicologiche e psicoterapeutiche

detrare spese psicologo sessuologoSecondo la circolare N.20/E del 2011 emessa dall’Agenzia delle Entrate le prestazioni sanitarie professionali dello psicologo e dello psicoterapeuta sono equiparabili a quelle di un medico e dunque le prestazioni offerte da psicologi e psicoterapeuti per finalità terapeutiche sono ammesse alla detrazione fiscale.

Affinché questo sia possibile, è necessario che il professionista sia regolarmente iscritto al proprio ordine professionale. 

Le spese rese dallo Psicologo danno, dunque, luogo a una detrazione del 19% della spesa complessiva per le prestazioni sanitarie, con una franchigia pari a 129,11 euro.

Inoltre il Ministero della Sanità ha decretato nel 1994 che le prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione fornite dagli esercenti le professioni sanitarie soggette a vigilanza, compresi dunque gli psicologi, sono esenti dall’imposta sul valore aggiunto (IVA).

ATTENZIONE! Novità fiscali 2020

Dal 1° gennaio 2020, affinché la prestazione psicologica di natura sanitaria possa essere detraibile da parte del cliente/paziente, il pagamento deve avvenire in modalità tracciabile

Cosa significa tracciabile?

I pagamenti devono avvenire attraverso strumenti tracciabili, cioè che consentano di verificare l’effettivo pagamento. Ad esempio, il contante non è tracciabile mentre sono tracciabili i pagamenti che avvengono tramite POS (bancomat, carte di credito, carte prepagate), bonifici, assegni, ma anche PayPal, SatisPay e simili.

Disturbo dell’eccitazione femminile

Disturbo dell’eccitazione femminile

Quando si parla di eccitazione sessuale femminile è quasi automatico pensare alla lubrificazione genitale: nonostante quest’associazione non sia sbagliata risulta, però, alquanto riduttiva. L’eccitazione sessuale femminile è una risposta molto complessa che coinvolge sia il corpo che la mente e implica una serie di cambiamenti fisici e psicologici.

La difficoltà di eccitazione nelle donne può essere dovuta a fattori riguardanti la risposta fisica-genitale (caratterizzata da una reazione vasocongestizia localizzata che riguarda la dilatazione vascolare degli organi genitali, la lubrificazione vaginale e l’inturgidimento e arrossamento delle pareti vaginali) o a quelli inerenti l’esperienza di eccitazione mentale soggettiva, ovvero la sensazione psicologica del piacere.

Quando mio marito mi cerca sono felice, mi sento importante. Il problema è che quando iniziamo a fare l’amore tutto svanisce ancor prima di iniziare: non mi sento coinvolta, non riesco a lasciarmi andare e mi distraggo facilmente. Per quanto io mi sforzi non riesco a eccitarmi. Mi sento in colpa a dirlo, ma a volte non vedo l’ora che tutto finisca il prima possibile.

In alcuni casi questo problema può essere dovuto a una difficoltà di risposta di entrambe le componenti (fisica e mentale), in altri, invece, può essere presente una normale risposta genitale ma mancare totalmente la sensazione soggettiva di eccitamento o viceversa. A volte, invece, il problema può essere ricondotto “semplicemente” a una stimolazione inadeguata durante i rapporti intimi o a una difficoltà della coppia di sincronizzarsi, tenendo presenti le esigenze di entrambi.

La difficoltà di eccitazione non deve essere confusa con il “disturbo del desiderio sessuale”. Quest’ultimo, infatti, può interferire con la capacità di coinvolgimento della donna durante i rapporti intimi che però è solamente il risultato della mancanza del desiderio stesso. Nel disturbo dell’eccitazione femminile, invece, il desiderio verso il /la partner non risulta essere affatto compromesso.

Come per le altre problematiche sessuali, il disturbo dell’eccitazione può essere distinto in:

  • Primario, se la fase di eccitazione non è mai stata sperimentata dalla donna
  • Secondario, se la fase di eccitazione, almeno in una certa misura, è stata sperimentata in passato
  • Generalizzato, se l’eccitazione è inibita in tutte le situazioni e con tutti i partner 
  • Situazionale, se l’eccitazione è inibita solo in certe situazioni e con certi partner

Spesso le donne con questa difficoltà si possono sentire inadeguate, a disagio e in colpa verso il proprio partner, il quale potrebbe pensare di non essere all’altezza della situazione e, dunque, non in grado di coinvolgere adeguatamente la partner.

Durante i primi mesi della nostra storia c’era una grande sintonia tra noi; era tutto naturale e spontaneo e avevamo rapporti quasi tutti i giorni. Adesso, invece, ho molte difficoltà di eccitazione. Usiamo sempre il lubrificante ma non è più la stessa cosa: fare l’amore è diventato meccanico e poco spontaneo. Tutto questo mi fa sentire inadeguata come donna e in colpa verso il mio compagno che è convinto di non piacermi.

Di fronte a una situazione simile il parere del ginecologo è fondamentale per poter valutare l’eventuale presenza di fattori biologici responsabili del problema. Disfunzioni o alterazioni ormonali, uso di farmaci, disturbi vascolari, patologie neurologiche e menopausa sono solo alcune delle ragioni che potrebbero giustificare l’assenza (o difficoltà) di eccitazione nella donna. 

Una volta compreso in che misura intervengono i fattori di carattere medico sarà importante valutare tutte quelle componenti psicologiche, cognitive, emotive e relazionali che possono aver contribuito a generare e/o a mantenere il problema vivo nel tempo. 

In seguito a un’attenta anamnesi psico-sessuologica lo specialista potrà indicare il percorso più idoneo da seguire per quella donna e/o la coppia.

Vaginismo

Vaginismo

Il vaginismo è un problema sessuale caratterizzato da una contrazione riflessa (involontaria) dei muscoli che circondano la vagina, associato a un significativo timore della penetrazione. 

Questi muscoli, in condizioni di normalità, sono sotto il controllo volontario della donna che può contrarli e rilassarli a suo piacimento. Nel vaginismo, invece, lo spasmo è autonomo, la donna non è in grado di percepirlo né controllarlo e può comparire al solo pensiero o tentativo di un rapporto sessuale rendendo la penetrazioni impossibile.

Nella maggior parte dei casi non è solo la vagina ad essere coinvolta nella reazione di contrattura involontaria ma la donna reagisce con tutto il suo corpo, contraendo i muscoli delle gambe, spostando il bacino, inarcando la schiena e allontanando con le braccia il partner per timore della penetrazione e, soprattutto, del dolore.

Il vaginismo è la principale causa femminile di “matrimonio bianco” (non consumato) e, più in generale, dell’impossibilità di avere rapporti sessuali completi.

Clinicamente vengono definiti quattro livelli di gravità del problema che dipendono dai diversi modi in cui la donna reagisce ai tentativi di penetrazione. 

È inoltre importante fare una distinzione tra vaginismo primario, se presente dall’inizio della vita sessuale della donna, e secondario, se compare dopo un periodo di mesi o anni di rapporti normali.

In ogni caso, la diagnosi di vaginismo dev’essere fatta da un ginecologo dopo un’attenta e precisa visita specialistica.

Stiamo insieme da 12 anni e non siamo mai riusciti ad avere un rapporto completo. Lui dice di sentire un muro e io lo blocco quasi subito per paura che insistendo possa fare male; ogni volta va a finire così. All’inizio ci provavamo spesso ma ora non più. 

Diversamente dal pensiero comune, le cause del vaginismo non sono organiche: la maggior parte delle condizioni mediche che produce dolore durante la penetrazione può interferire con la possibilità di avere dei rapporti scatenando quindi una ‘reazione vaginismica’; questa però è solamente reattiva e generalmente scompare con la risoluzione della condizione che l’ha attivata.

Le cause del vaginismo vanno invece ricercate nella storia personale della donna, nella sua dimensione psicologica e nella relazione di coppia. 

Mi sento diversa dalle altre donne. Mi chiedo come sia possibile che io non riesca a fare una cosa così naturale e che tutte fanno con tanta semplicità. Le altre riescono ad avere dei rapporti, perché io non ce la faccio? Ci abbiamo provato in tutti i modi, all’inizio avevamo pensato che col tempo si sarebbe risolto da solo. Adesso invece siamo arrivati a pensare che forse non ci riusciremo mai.

La frustrazione, lo sconforto, il senso di inadeguatezza e di impotenza sono solo alcune delle sensazioni riferite da molte donne che soffrono di vaginismo; col passare del tempo alcune di esse possono iniziare a pensare di non essere accettate dal proprio partner e temere che la relazione possa finire “per colpa di questo problema”.

Molte coppie che arrivano in consultazione riferiscono di provare una profonda sofferenza, solitudine e senso di impotenza verso qualcosa che entrambi non sanno come risolvere.

Non abbiamo mai parlato con nessuno di questo problema, è una cosa troppo intima e personale e molti non capirebbero. I nostri amici e genitori non se lo immaginerebbero mai. Quando siamo in compagnia e qualcuno scherza facendo battute sul sesso noi proviamo un grande imbarazzo; molte volte ridiamo facendo finta di niente, ma dentro ci sentiamo “morire”.

Spesso accade che le coppie chiedano aiuto dopo molti anni che stanno insieme; in alcuni casi lo fanno perché desiderano avere un figlio e l’impossibilità di procreare, oltre a creare sofferenza, rischia di destabilizzare la coppia facendola sentire “incompleta”.

Il vaginismo è un disturbo che, nella quasi totalità dei casi, ha un esito altamente positivo arrivando alla sua completa risoluzione

Affinché questo sia possibile è indispensabile, innanzitutto, una precisa e attenta valutazione di un ginecologo che possa confermare la diagnosi.

In un secondo momento, un professionista con specifiche competenze in sessuologia, potrà prendere in considerazione quelle componenti relative alla sfera psicologica, emotiva e relazionale che possono aver favorito l’insorgere del problema. In questo modo sarà possibile avere un quadro completo della situazione che consentirà di tracciare il percorso più idoneo a quella donna e/o alla coppia.

Se pensate di avere questo problema 

non vergognatevi, 

non fatevi sopraffare dallo sconforto, 

non sentitevi sole. 

Non siete le uniche a vivere questa situazione. 

RISOLVERLA E’ POSSIBILE. 

Rivolgetevi a un professionista, vi indicherà il percorso più adatto a voi.

Eiaculazione ritardata

Eiaculazione ritardata

L’eiaculazione ritardata è caratterizzata da un significativo ritardo o incapacità di raggiungere l’eiaculazione nonostante il desiderio sessuale e la capacità erettiva risultino adeguati e inalterati, almeno nelle prime fasi.

I tentativi prolungati nel provare a raggiungere il piacere possono portare i partner a sperimentare un senso di stanchezza, noia ed esasperazione per i rapporti intimi fino a ritrovarsi, in alcune situazioni, ad accusare dolore ai genitali. 

Con l’andare del tempo può accadere che l’uomo metta in atto una serie di meccanismi di evitamento di qualsiasi situazione intima per timore del fallimento.

Il solo pensiero di iniziare un rapporto che non andrà a buon fine mi fa passare qualsiasi voglia. Per paura che la mia compagna voglia fare l’amore, quando siamo insieme faccio di tutto per evitare di ritrovarci in quella situazione

La severità del disturbo presenta molteplici sfaccettature: si va da un’inibizione dell’eiaculazione occasionale che può essere superata con il semplice impiego della fantasia e/o di una stimolazione aggiuntiva fino ad arrivare a un’inibizione più severa in cui il paziente, nel corso di tutta la sua vita, non ha mai sperimentato un orgasmo.

Le cause di questo problema possono essere molteplici e dipendere da fattori organici, psicologici, relazionali o dalla combinazione di essi.

L’eiaculazione ritardata può essere correlata a malattie di origine neurologica, endocrina o all’uso di farmaci neurolettici, oppiacei, antiipertensivi, antidepressivi di tipo serotoninergico.

Per queste ragioni, come per tutte le problematiche sessuologiche, l’intervento del medico specialista è di fondamentale importanza per poter individuare ed eventualmente trattare la disfunzione dal punto di vista organico. 

Tra le cause non organiche, invece, possono essere presenti diverse ragioni che riguardano la componente psicologica, la propria storia personale e/o la coppia. 

In alcuni casi può capitare che il problema eiaculatorio compaia nel momento in cui i partner decidono di avere rapporti mirati al concepimento; in questi casi l’ansia da prestazione può essere dovuta al timore delle responsabilità immaginate nel divenire genitori.

Abbiamo sempre avuto qualche difficoltà nei rapporti intimi: nonostante fare l’amore sia piacevole e tra noi ci sia molta complicità, lui ha da sempre avuto difficoltà di eiaculazione. Non ci avevamo mai dato troppo peso fino a quando, un anno e mezzo fa, abbiamo deciso di voler provare ad avere un bimbo. Da quel momento il tutto si è aggravato e da un problema saltuario e ininfluente è diventato un’ossessione.  

Questo problema può avere degli effetti molto negativi non solo sull’uomo ma, più in generale, sulla coppia. I maschi riferiscono spesso una forte ansia prima dei rapporti, un senso di frustrazione e inadeguatezza, sensi di colpa verso la/il partner, fino ad arrivare, in alcuni casi, a manifestare un deficit erettile (secondario e reattivo alla situazione) e/o un calo del desiderio sessuale. Le partner, invece, riferiscono spesso di sentirsi poco attraenti e incapaci di soddisfare sessualmente il proprio partner.

Un’anamnesi precisa e approfondita è fondamentale per poter inquadrare meglio il problema e individuare la terapia più adatta alla persone e/o alla coppia.

Eiaculazione precoce

Eiaculazione precoce

Con il termine Eiaculazione Precoce ci si riferisce alla difficoltà dell’uomo di controllare il riflesso eiaculatorio in tutte, o quasi tutte, le penetrazioni. L’orgasmo viene raggiunto (sempre, o quasi sempre) prima o subito dopo la penetrazione ma in ogni caso prima che la persona lo desideri causando disagio significativo sia a livello personale che all’interno della coppia.

L’eiaculazione precoce rappresenta il disagio sessuale maschile più comune, con una prevalenza compresa tra il 20 e il 30% della popolazione maschile adulta.

Da qualche mese mi capita di soffrire di eiaculazione precoce. Non mi era mai capitato prima. È tutto così rapido e improvviso che ho la sensazione di non riuscire più a controllare ciò che accade là sotto. 

Nel fare la diagnosi bisogna considerare diverse variabili come ad esempio l’epoca di insorgenza del problema, se esso si manifesta in modo costante o se dipende da una determinata situazione o partner, se l’eiaculazione si verifica prima, durante o dopo la penetrazione, se vi è comorbidità con altre problematiche della sfera sessuale, ecc.

La precocità dell’eiaculazione può essere causata da diversi fattori (di tipo organico, psicologico, relazionale) che possono presentarsi singolarmente o interagire tra loro aggravando il problema. Per questi motivi è importante valutare attentamente in che misura intervengono gli uni e/o gli altri così da poter prescrivere una terapia in grado di integrare gli aspetti medici e psicologici nelle giuste proporzioni. È quindi indispensabile svolgere innanzitutto un’attenta e scrupolosa visita andrologica volta a individuare eventuali patologie di natura medica/organica.

Dal punto di vista psicologico l’esperienza di precocità ha un forte impatto negativo sia sui singoli partner (e sulla loro autostima) che sull’equilibrio di coppia.  In seguito alle ripetute esperienze negative l’uomo tende a mettere in atto una serie di “tentate soluzioni”, o strategie, per cercare di risolvere il problema ma che in realtà, nella maggior parte dei casi, non fanno altro che aggravarlo. Il senso di colpa, di inadeguatezza, il disagio e la frustrazione sono sentimenti che, se esasperati nel tempo, possono portare molti uomini al progressivo evitamento dei rapporti intimi. 

Tutto questo destabilizza in modo considerevole l’intimità e l’armonia della coppia causando insoddisfazione e frustrazione nella vita intima, affettiva e sentimentale di entrambi. Col passare del tempo e il procrastinarsi del problema, anche le partner riferiscono di sentirsi insoddisfatte, arrabbiate e deluse nonostante all’inizio siano molto comprensive, ottimiste e rassicuranti nei confronti del proprio compagno.

Mia moglie ha sempre cercato di starmi vicino e rassicurarmi; abbiamo provato a fare di tutto per risolvere il problema ma niente ha funzionato.  All’inizio pensavamo che col tempo sarebbe migliorato da sé ma non è stato così; adesso, dopo 4 anni, siamo tutti e due stanchi, disillusi e arrabbiati e non facciamo quasi più l’amore.

L’intervento sessuologico ricopre un ruolo importante nella diagnosi e nel trattamento delle problematiche sessuali; attraverso un’attenta anamnesi è possibile valutare quali fattori possono aver favorito l’insorgere del problema e/o il suo mantenimento nel tempo. Diversi aspetti psicologici e/o relazionali possono esserne la causa, come ad esempio, i pensieri disfunzionali, le false convinzioni o credenze, le esperienze negative pregresse, le conflittualità di coppia, l’ansia da prestazione, un’educazione repressiva, l’infedeltà, i sensi di colpa, le paure, ecc.. 

La consulenza sessuologica è dunque indispensabile per poter individuare il percorso più idoneo ad affrontare il problema e a ristabilire l’armonia della coppia.